A ridosso di un ulteriore fatto di cronaca (San Martino al Tagliamento – Pordenone) che vede coinvolta una bimba di tre anni, morta a seguito delle lesioni inferte dal cane degli zii, mi trovo a considerare ancora una volta l’elemento prevenzione come imprescindibile.

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Il cane, riferisce il proprietario, non aveva mai mostrato comportamenti aggressivi, e quando sul luogo sono giunte le forze dell’ordine, a quanto riferito dal giornale , hanno riscontrato la sua docilità e socievolezza.

Come è possibile dunque?

L’episodio parrebbe essere stato scatenato dal giocare da parte della bimba con la ciotola del cane: quando ha provato a portarla via, il cane l’ha morsa. Sono tanti i proprietari che mi dicono “potrei togliergli il cibo dalla bocca che non mi farebbe niente” oppure “potrei anche fare male al mio cane che non si rivolterebbe”.

Il problema è proprio questo. I cani non vanno provocati, per vedere qual’è il loro limite, nè addestrati a tollerare privazioni o provocazioni. I cani vanno rispettati e compresi. Siamo tutti d’accordo sul fatto che devono essere ben socializzati e ben integrati nel contesto familiare e sociale in cui vivono, ma molte volte i proprietari non sono in grado di comprendere i loro cani perchè mancano loro gli strumenti per farlo.
Si è parlato dei corsi per proprietari o i patentini, ma come ricordato da Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari (Anmvi), urge un’organizzazione e una gestione degli stessi da parte di professionisti esperti e soprattutto la necessità che questi siano funzionali e effettivamente utili come prevenzione.

Sono numerosissimi gli incidenti che accadono all’interno delle proprie mura domestiche, dati questi che non possono più essere trascurati.

di Elena Borrione
(27/05/2015)

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